mercoledì 10 giugno 2015

LA "MISSIO AD GENTES", UN PROGETTO MISSIONARIO DI KIKO ARGUELLO E CARMEN HERNANDEZ

LA "MISSIO AD GENTES" DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE





                                                  

                                                      Dr.h.c. Kiko Argüello


LA "MISSIO AD GENTES" DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE



Perché, pur avendo ricevuto tante onorificenze missionarie da istituzioni ecclesiali ed universitarie, i Dottori  honoris causa, Kiko Argüello e, Carmen Hernandez,
con la loro "Missio ad Gentes", hanno sbagliato strategia.

Ho fatto parte del Cammino neocatecumenale (CNC) per piu' di vent'anni, di cui per quasi venti, insieme a mia moglie e i nostri cinque figli Noemi, Mirjam, Davide, Sarah e Rachele, come catechisti itinerante. Ho quindi assistito ai primi passi della Missio ad gentes, prima di uscire dal Cammino nel 1990, in  dissenso totale con i metodi catechetici di Kiko Argüello. 
Dicendo questo, non voglio affermare che Kiko non abbia avuto anche intuizioni buone e valide per la Chiesa dei nostri tempi. Io stesso ne ho tratto benefici; anzi, in un momento cruciale della mia vita, il Cammino neocatecumenale è stato per me un' ancora di salvezza.
Ma come accadde al re Salomone che, malgrado tutta la sua sapienza, datagli dallo Spirito Santo, si lascio' trascinare dalla sua brama per il potere e le donne all'idolatria, cosi', spero che è solo una mia impressione, Kiko ha perso il carisma originale, a causa della sua megalomania.
Avendolo conosciuto assai da vicino, e anche, attraverso attriti personali (vedi la mia autobiografia: "L'immondizia ama Dio"), questa sua, sempre piu' crescente attitudine di monarca assolutodo' una mia interpretazione personale, puo' darsi errata, sulla nascità della Missio ad gentes.

Nei Statuti ufficiali del CNC, approvati dalla Chiesa, non si fa cenno ad una gerarchia particolare.
Prima della loro stesura, pero', nel cammino era ben presente e continua ad esserlo, segretamente, una vera e propria gerarchia, non tanto per la sua esistenza - ogni associazione umana ne necessita una - ma per il suo significato, che si presentava all'origine cosi':


            KIKO                                                                                                       GESU'

         I "DODICI"                      Si coglie subito  un altra gerarchia:          I 12  APOSTOLI 

   I "SETTANTADUE"                                                                               I "SETTANTADUE"       

Osservandola, si puo' individuare la crescente Megalomania di Kiko Argüello, il quale, paragonandosi in un certo senso, a Gesu' Cristo, non fa parte dei "Dodici", ma figura al di sopra.

E'  ovvio che la Chiesa non poteva avvallare negli Statuti ufficiali del CNC una tale pretesa assurda. Quindi, nei statuti non se ne trova piu' traccia.

Nel corso degli anni, la piramide gerarchica del Cammino neocatecumenale, si è trasformata sempre di piu' in:
       
KIKO, il Fondatore
KIKO,  il Predicatore e detentore del Kerygma
KIKO,  Catechista
KIKO, Esorcista auto nominatosi 
KIKO, da trent'anni l'unico compositore di Canti per il CNC 
KIKO, l' unico cantore da imitare
KIKO, l'unico vero Esegeta
KIKO, Iconografo e inventore di una "Nuova estetica"
KIKO, l'unico interprete della storia 
KIKO, Compositore di Sinfonie
KIKO, Architetto
KIKO, Inventore di tutti gli oggetti che servono per la liturgia e la preghiera
KIKO, Artefice di un nuovo "Ecumenismo giudeo-cristiano", 
"I Dodici",
"I Settantadue",
"I catechisti Itineranti", 
"L'equipe dei catechisti, responsabili delle nazione",
"L'equipe dei catechisti, responsabili delle regioni",
"L' equipe" dei catechisti, responsabili della Diocesi",
"L'equipe dei catechisti, responsabili della parrocchia",
"L'èquipe dei  catechisti della delle singole comunità,
"Il responsabile della propria comunità",
"La persona del singolo neocatecumeno".

In questa sede non voglio fermarmi sui vari carismi e doni artistici di Kiko; su di essi giudicherà la storia. All'interno della Chiesa Cattolica è del tutto lecito e augurabile che ogni persona sviluppi e manifesti i doni che lo Spirito Santo gli ha conferito.

San Tommaso d'Aquino era Sacerdote, teologo, monaco dominicano, predicatore, scrittore, poeta, compositore.
Michelangelo aveva il dono di Scultore, Pittore, Architetto, Poeta. 

Ma non gli sarebbero mai venuto in mente di fare dei propri doni o carismi, delle verità assolute e oggettive, da  imporre ai loro seguaci o discepoli. 
Se cosi' avesse fatto il Cimabue o il Perugino, non avremmo mai avuto un Giotto e un Raffaello. 
Questo purtroppo lo fa Kiko Argüello nel Cammino neocatecumenale, imponendo ai suoi "Dodici", "Settantadue", Presbiteri, Arcivescovi (vedi il Vescovo Apuron dell'Isola Guam), Catechisti e Neocatecumeni, la copiatura, l'osservanza e l'obbedienza assoluta ai suoi modelli "ispirati".
Questo sarebbe al limite accettabile per un breve periodo di catecumenato di due o tre anni, come quello che vigeva nei primi secoli della Chiesa. Ma imporre la propria persona, l'origine spagnola (che trapela nell'organizzazione piramidale esasperata del CNC e nei   suoi canti), il suo stile, gusto liturgico, sentire ecclesiale ecc. per tutta la vita ai propri seguaci, è un vero tentativo di castrazione e plagio spirituale
Visto che nel CNC, nei seminari Redemptoris Mater, nella Domus Galilaeae wcc. si è creato un memoriale assoluto della Sua persona, lo chiama "La nuova Estetica", impone e prolunga questa sua presenza invadente in tutti campi che raggiunge, anche dopo la morte. Questo è la morte, la negazione di ogni sana ecclesialità. Sembra che con lui tutto finisce, tutto è detto, che nella vita dei "suoi" neocatecumeni lo Spirito Santo non abbia voluto deporre altrettanti doni, anche diversi dei suoi; li voleva sviluppare, ma per la megalomania di un prepotente, non hanno potuto e non potranno mai sbocciare.

Tornando alla "Missio ad gentes", progettata da Kiko Argüello", mi sembra, osservando come andarono le cose, di capire come nacque quel progetto. 

Kiko e Carmen, rendendosi conto nei primi anni 90, che in varie parti del mondo, sopratutto in Europa, il CNC stava per fossilizzarsi - ne erano stato loro i primi autori - e che le catechesi, svolte nelle parrocchie, attiravano sempre meno persone lontane dalla Chiesa (per questo scopo era nato il CNC), ad eccezione dei figli, ormai adulti delle stesse famiglie neocatecumenali, per "svegliare" le comunità dal loro torpore ed inserirle in una pastorale di evangelizzazione  inventarono la Missio ad Gentes.
Mi sembra che si è trattato di una fuga in avanti. Quando i fondatori - succubi di una loro "ideologia neocatecumenale", che doveva portare alla nascita di una "Nuova Chiesa apostolica (vedi la "piramide" sopra), all'interno delle parrocchie - si accorsero che il loro progetto di trasformare le parrocchie, rischiava di arrenarsi. 
Scusate il paragono seguente, un po' forzato: non intendo paragonare il CNC al nazifascismo, o alla "ibris" di Napoleone, anche se non va dimenticato che Kiko e Carmen, lungo tutta la loro infanzia e adolescenza, hanno assorbito gli insegnamenti politici ed ecclesiastici del fascismo franchista spagnolo, sopravvissuto in Spagna fino al 1975. 
Cosi', per salvare la sua ideologia sulla razza ariana, il Nazismo scateno' la seconda guerra mondiale, e, aggredendo  l'Unione Sovietica, decreto' il proprio annientamento.
La stessa cosa avvenne con Napoleone, che non accettando alcun limite, inizio' la campagna di Russia e cosi' la sua stessa fine.
Lo stesso fenomeno, accade oggi, sempre piu' di frequente nelle famiglie: la fuga in avanti. Uno dei due sposi, non sopportando piu' l'altro o la distruzione del suo originale progetto di matrimonio ideale, si butta in una nuova avventura, gettando alle ortiche il primo compagno e i figli, per una nuova avventura, che forse naufragherà come la prima.

Qual'è la radice dell'errore missionario di Kiko Arguello? 

1.Sempre la sua Megalomania; traspare da tutti i pori. In un suo libro, "Il Kerygma", che ha scritto recentemente, promette che invierà 20.000 (!) Sacerdoti ad evangelizzare la Cina. Da dove li prende?  Ne potrebbe al massimo "inviare", speriamo con il permesso dei loro rispettivi vescovi, 200.
Quindi un centesimo di cio' che promette o profetizza.

2. L'Autoreferenzialità. Kiko non puo' immaginarsi un altra forma di evangelizzazione se non quella che avviene attraverso la sua ideologia (vedi su questo blog, il post: L'ideologia di Kiko Argüello). Vuole, quindi, trapiantare  dalle "sue" communità neocatecumenali esistenti, diverse cellule, cioè famiglie, presbiteri e sorelle di qua e di là, per formarne nelle rispettive nazioni, di sua scelta e discernimento, una presenza cristiana esclusivamente neocatecumenale. 

Una parentesi sull'Autoreferenzialità delle comunità neocatecumenali: 

Durante  piu' di vent' anni, nei quali facevo parte del Neocatecumenato, nella prima comunità della Parrocchia "Sacra Famiglia" a Palermo, e anche durante il periodo di itineranza in Sicilia, Grecia, Turchia, Egitto, Israele, Svizzera, Etiopia e USA, non ho mai riscontrato che da parte di Kiko e Carmen -  perché solo da loro poteva uscire - venisse un incoraggiamento o una sollecitazione alle "loro" comunità- di intraprendere una qualsiasi attività caritativa fuori dal Cammino neocatecumenale. I poveri di ogni tipo, all'esterno del "Cammino, non esistono.
Questo è giustificato per un breve periodo di catecumenato, nel quale il candidato al Battesimo, va aiutato a rendersi conto della sua realtà di peccatore, in modo che lo invochi con tutto se stesso, ormai convinto che ha bisogno di salvezza, che solo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, gli possono dare.
Ma se il Cammino neocatecumenale dura, come Kiko e Carmen pretendono, per tutta la vita, non si puo' educare le persone ad una costante auto referenzialità.
Infatti, tutto l'impegno caritativo del CNC, è diretto unicamente verso le necessità della propria comunità (la decima), degli itineanti, dei seminari "Redemtoris Mater, della "Domus Galilaeae, di convivenze internazionali del CNC, della "Missio ad Gentes". 
Proprio oggi mi è arrivata, per sbaglio del mittente, una email del responsabile di una CNC di Lugano, nella quale, Kiko Arguello, firmando di persona, invita i fratelli delle comunità di tutto il mondo, a partecipare generosamente, attraverso una colletta alle immense spese dei seminari "Redemptoris Mater, drlle Convivenze dei Vescovi e dei Rabbini nella Domus Galilaeae ecc.


Queste nazioni sono individuate e scelte da Kiko per impiantarvi la Missio ad gentes,

a) in quanto minacciate dall'estinzione del Cristianesimo, come avviene in varie nazioni d'Europa.

b) in quanto governate da un ideologia anti cristiana, e quindi, prive di un' autentica presenza cattolica, come avviene in Cina e in altre nazioni dell'Asia e del Medio Oriente.

Se l'esperimento  transplatio Ecclesiae neocatecumenalis ha successo, ci troveremo, fra poco tempo,in Francia, Nord Europa  e Europa dell'Est, Russia e in molti paesi dell'Asia con una presenza della Chiesa cattolica, unicamente neocatecumenale, il che significa in poche parole: la perdita di tutta la tradizione liturgica, iconografica e storica (nessun attenzione alla vita dei santi e della storia ecclesiale da Costantino fino al Concilio Vaticano II) di altre forme della Chiesa, un vero disastro.



Aggiungo le esperienze di  Anna Rita e Giulia, due forse, dopo la loro testimonianza, ormai ex itinerante che, vent'anni fa in una "convivenza", furono  sorteggiata tra le donne nubili, per fare "itineranza di servizio", cioè andare in "missione" a sostenere le "famiglie neocatecumenali in missione". Si trattava, di un primo tentativo di missione evangelizzatrice di Kiko e Carmen, che presto si mostro' fallimentare. I singoli nuclei (Presbitero, famiglia e nubili itineranti), separate dalla loro comunità d'origine, essendo geneticamente autoreferenziali, andavano regolarmente in crisi.

L'Autoreferenzialità delle Comunita neocatecumenali:

I due racconti sono tratti da servizi dell' "Osservatorio sul Cammino Neocatecumenale":

Ricordiamo quanto è accaduto ad Anna Rita, che è stata in Itineranza, in coppia con un’altra ragazza umbra e con una famiglia romana del Cammino, stando con loro “in missione” a Toulon, in Francia, dall’Ottobre 1996 al Giugno 1997, vivendo con essi a stretto contatto (nella stessa casa per sette mesi, poi in un appartamento con la ragazza durante gli ultimi due mesi).

Questa famiglia che al tempo contava otto figli più un’altra in arrivo, veniva da un tentativo fallimentare di missione a Taiwan (Singapore), da cui erano dovuti andar via a causa delle insuperabili difficoltà incontrate dai figli con la lingua cinese nella scuola del posto, al punto che tutti, anche i più grandi, erano costretti ad andare all’Asilo infantile, poiché non comprendendo una parola di cinese non potevano studiare. I genitori poi erano entrati in crisi per il comportamento delle ragazze in missione che erano lì, le quali si rifiutavano di andare a casa loro per i lavori domestici, perché effettivamente erano state inviate solo per l'evangelizzazione, cioè “per andare a fare la
Traditio ai parroci”.

Questa famiglia, che appartiene ad una CNC, venne trasferita, da Kiko in Francia, per le sue difficoltà d'inserimento linguistiche e culturali a Taiwan.
Quindi in questo successivo tentativo francese, i genitori di questi figli erano disposti a tutto pur di non fallire nuovamente nella missione e si sono comportati di conseguenza, cioè senza scrupoli, sotto molti punti di vista:

1) tenendo quasi in schiavitù Anna Rita e l’altra ragazza, a lavorare per loro nella loro casa per tutta la giornata, per sette mesi, comprese le domeniche, senza un giorno di riposo;

2) senza sufficiente tempo per il sonno (cominciavano a lavorare, svegliando e vestendo i bambini da accompagnare a scuola, fin dalle 6.30 del mattino, sospendendo di lavorare solo alle 14.00 dopo il pranzo, poi riprendendo dalle 16.00 fino alle 23.00), tutti i giorni;


3) senza adeguati spazi di preghiera (non era loro concesso dal Responsabile del Sud della Francia, che era d’accordo con la coppia, di andare alla Messa o di prendersi mezz’ora per le Lodi mattutine, perché – diceva - “non si era in Monastero, ma in Missione, e bisogna lavorare”); inoltre alla richiesta delle ragazze di pregare insieme una volta al giorno, i genitori avevano risposto rifiutandosi di pregare con le ragazze, tranne che alle Lodi della Domenica mattina, perché il fatto di pregare insieme alle ragazze in missione “non era previsto nella prassi del Cammino”;

4) senza concedere loro le celebrazioni della Parola, alle quali andava quasi sempre la coppia, mentre loro restavamo a guardare i bambini a casa (veniva loro concessa l’Eucarestia del Sabato sera, solo perché allora si muoveva tutta la famiglia);

5) senza una vera comunione fraterna perché le due ragazze erano sempre viste con diffidenza dai genitori, che spesso entravano in casa “in punta di piedi” per controllarle;

6) senza un minimo di sincerità e di carità cristiana, poiché hanno mentito sul loro conto con tutti, dando loro la colpa di un incidente stradale che aveva causato una loro figlia e dei relativi danni all’automobile prestata da un fratello di Parigi, impedendo ad Anna Rita con l’inganno di preparare, insieme ad altri cantori, i canti per la Veglia Pasquale, trattando l’altra ragazza con discriminazione per provocarne le gelosiee non nascondendo neanche la loro malvagia soddisfazione quando morì all’improvviso, a Febbraio, il "catechista neocatecumenale" delle ragazze, Giorgio Filippucci, che loro non sopportavano perché, per tutelare Anna Rita dagli intrighi dell’Itineranza, che lui conosceva bene per esperienza, le impose di scendere in Italia ogni due mesi, per riposarsi per qualche giorno stando con la sua comunità;

7) ma soprattutto, la cosa più grave di tutte, cercando di contrastare con l’indifferenza (da parte della madre) e con la repressione violenta (da parte del padre) le ribellioni, le depressioni, le angosce, le crisi isteriche e le continue agitazioni dei loro figli, che non volevano stare in missione, ma volevano vivere a Roma.


Autoritratti di Kiko confrontati con i suoi ritratti di Gesu'
Tutto questo si è protratto per nove mesi, fino al Raduno a Porto San Giorgio del Giugno 1997, tenuto con tutti gli itineranti e con Kiko, il quale era palesemente d’accordo con loro e col Responsabile della Francia per riconfermarli in Missione, nonostante la volontà contraria dei figli.

Ciò è apparso chiaramente quando Kiko ha pubblicamente chiesto ai due genitori di dare la loro esperienza della missione e, fingendo di non sapere nulla, ha loro chiesto come stavano i figli (i quali infatti non erano stati invitati alla Convivenza per testimoniare, neanche i più grandi) ed i genitori, mentendo spudoratamente, hanno detto che i figli erano contenti di stare in Francia e che stavano bene! Nessuno li ha contraddetti: non il Responsabile della Francia che sapeva tutto, non la ragazza che stava con Anna Rita e nemmeno Anna Rita, che era stata derisa da Kiko poco prima, perché lui era già al corrente dei vari “problemi di rapporti” senza che lei li avesse specificati, e la derideva perché a suo dire si scandalizzava degli altri …

Quindi nessuno disse la verità sulla situazione, allora Kiko disse: “Bene, siete riconfermati per la Francia! Un applauso a questi fratelli!”

Anna Rita non ebbe il coraggio di alzarsi in piedi e svergognare tutti, compreso Kiko, perché era schiava del Cammino, dei loro giudizi, e perché aveva paura che se avesse detto che i figli stavano tutti male, i genitori si sarebbero poi vendicati sui figli, accusandoli di aver parlato troppo con le due ragazze.

Tacque e decise di abbandonare quel luogo di cattiverie gratuite, di ipocrisia e di imposture che è l’Itineranza neocatecumenale. In seguito ha saputo che questa famiglia, in missione nel Sud della Francia, è una delle famiglie di cui Kiko va più fiero, e che porta spesso ad esempio … ma lei che ha vissuto con loro sa molte altre cose, sa cosa si nasconde dietro alla loro presunta “eroicità missionaria”, dietro a quella “cristianità esemplare”. 

Segue qui sotto, una citazione dal libro "Quel che resta dei cattolici. Inchiesta sulla crisi della Chiesa in Italia" di Marco Marzano, edizioni Feltrinelli, 2012.


L'autore esamina la crisi della Chiesa partendo "dal basso", considerando lo sfacelo delle parrocchie e l'emergere dei nuovi movimenti ecclesiali, e scopre che il Cammino neocatecumenale ha tutti i caratteri tipici della setta così come descritti dalla sociologia.




Le "alzate", cioè il donarsi
interamente a Gesu' e Kiko
Le donne non contano un granché nel Cammino. Talvolta, soprattutto se sole, senza un marito o un fidanzato, vengono schiavizzate. O quasi. "Usate" come personale ausiliario al servizio dell'organizzazione. È per esempio il caso di Giulia, una ragazza marchigiana inquieta e sensibile, entrata nel Cammino una decina d'anni orsono, "colpita", per usare le sue parole, "dalla radicalità della proposta catecumenale. E comunque persuasa che in essa non ci fosse nulla di pericoloso perché si trattava pur sempre di un gruppo cattolico, approvato da 'santa romana Chiesa'."

Dopo un paio d'anni di Cammino, Giulia partecipò a una di quelle grandi adunate del movimento immancabilmente concluse con l'esortazione di Kiko ad "alzarsi", cioè ad assecondare, da parte di celibi e nubili, quell'irresistibile desiderio di mettersi al servizio del Cammino, promettendo, con un atto clamoroso e pubblico poi confermato dall'ascesa al palco accanto al fondatore, di intraprendere la via del sacerdozio o della consacrazione. Nei mesi successivi, all'interno delle singole comunità, quella promessa viene valutata con attenzione, soppesata, indirizzata. A Giulia venne detto che la sua missione sarebbe consistita in una "itineranza di servizio", che avrebbe dovuto accompagnare una famiglia catecumenale italiana impegnata in una "itineranza di evangelizzazione", cioè nella creazione di nuove comunità di catecumeni nel mondo.

In pratica, Giulia venne spedita, insieme a un'altra ragazza italiana, in una città della Costa Azzurra, a vivere insieme a una famiglia con otto figli.

Scrive:"La nostra giornata era tremenda: dovevamo svegliarci alle sei e mezza, far alzare i bambini, preparare la colazione, poi accompagnarli a scuola. E poi tornare di corsa a casa. Senza nemmeno poter partecipare alla messa. La 'signora' si alzava alle nove ed era sempre stanca. Se riteneva che non lavorassimo abbastanza o che non fossimo efficienti come lei avrebbe voluto, ci 'teneva il muso' e non ci parlava per giorni. In ogni caso, nel resto della mattinata, dovevamo 'darci dentro' con i lavori domestici, la cucina eccetera. Pranzavamo velocemente e, dopo un'ora di riposo, dovevamo tornare a scuola a prendere i bambini, riportarli a casa, cambiarli, verificare che facessero i compiti, preparare loro la cena e alle 23:30 finalmente andare a dormire. I genitori ci spiavano di frequente e non ci concedevano nemmeno il privilegio di una passeggiata. Abitavamo a pochi chilometri da spiagge meravigliose, ma il mare l'abbiamo visto una sola volta in quasi un anno."

Giulia prosegue il suo racconto ricordando l'infelicità dei bambini, che non solo sembravano smarriti in quel contesto e che sarebbero stati felicissimi di far ritorno a Napoli, ma che mostravano segni di un disagio psicologico profondo: uno era isterico, un altro quasi autistico, un altro ancora sempre triste e silenzioso. "Per una ragione o per l'altra, non ce n'era uno che stesse bene. Quella casa era un vero e proprio inferno", ricorda Giulia. Un inferno governato da un padre assente e violento; specie con la figlia maggiore, che un giorno schiaffeggiò ripetutamente e con forza solo perché, come farebbe chiunque, ricorda Giulia, "mangiava una banana tutta intera. Secondo lui avrebbe dovuto invece romperla e ingoiarla pezzo per pezzo".

Dopo qualche settimana di quella vita, Giulia si rivolge al suo responsabile, lamentandosi del fatto che non ha né il tempo né l'autorizzazione (una volta è stata severamente redarguita dal capofamiglia) nemmeno per "fare le lodi" nella sua camera. E che non le è consentito di partecipare alla settimanale liturgia della parola. "Il mio catechista mi rispose dicendomi che la precedenza doveva essere data al servizio e non alla preghiera. E che a quest'ultima dovevo dar spazio solo quando ci fosse stato tempo. Cioè, in pratica, mi disse che ero diventata una ragazza alla pari. Dopo qualche mese decisi di tornare in Italia e, dopo qualche tempo ancora, e con molti timori, di uscire dal cammino. "La verità", conclude con amarezza, "è che nel Cammino le donne hanno una funzione solo strumentale: servono a fare figli a gogò o, se nubili, vedove o divorziate, come schiave per le famiglie dei confratelli che ne abbiano bisogno."

Queste due testimonianze sono parecchio astiose, ma non sono inventate da persone esterne al CNC, ma sono la testimonianza di due sorelle del Cammino neocatecumenale in missione.
Dopo un periodo di esperienza  con una famiglia, e, se richiesto da esse, l'apoggio di due sorelle, insieme ad un presbitero itinerante, visto che si crearono troppi  problemi, Kiko passo' all' esperimento della 


Missio ad Gentes


Si tratta non piu' di inviare in missione un nucleo: Famiglia numerosa, Presbitero, evtl. 2 sorelle in aiuto alla famiglia, ma di inviare o "esportare" un'intera comunità, formata da diverse famiglie con i loro figli, un presbitero e eventualmente, se le famiglie sono numerose, due sorelle in sopporto. Le singole famiglie - tre o quattro - non provengono della stessa comunità d'origine, ma sono tratte da diverse comunità, a volte anche da diverse nazioni. L'invio in nazioni dove la Chiesa praticamente non esiste o soffre in modo particolare, ha, a mio avviso, una ragion d'essere, ma che senso ha inviare una "nuova Chiesa" in nazioni, come l'Olanda, la Svizzera, l'Austria ecc.? 
Se le comunità neocatecumenali con fossero cosi' auto referenziali, ma si buttassero corpo ed anima a servire le persone, che si trovano in difficoltà di tutti i tipi nei paesi ai quali sono inviati, lo potrei capire. Ma ...
in costruzione, da terminare.  













                                                                                                         

     
                  


                                                                                         

1 commento:

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